DAILY ROD

Luxuria e l’Isola dei famosi

Posted in Comunicazione, Spettacolo by Massimo Lizzi on dicembre 5, 2008

Luxuria vince l'Isola dei famosi

Luxuria vince l'Isola dei famosi, a destra Simona Ventura

Ieri sera, ad Anno Zero, Michele Santoro ha intervistato Vladimir Luxuria, per commentare la sua vittoria all’isola dei famosi, decisa dal televoto dei telespettatori del reality, che pare siano ben sette milioni di persone.

Paolo Ferrero, segretario del Prc, ha proposto la sua candidatura alle elezioni europee. Francamente ho preferito le dichiarazioni della sua compagna, Angela Scarparo.

Il reality non l’ho visto, non sono in grado di giudicare le performances di Luxuria, se è stato il format a strumentalizzare lei, se è stata lei a strumentalizzare il format, se la strumentalizzazione è stata reciproca. In generale, penso che il format abbia la netta prevalenza e non solo nei reality. Ho sempre avuto dubbi anche sull’efficacia della partecipazione di Bertinotti ai vari Talk Show, perchè credo che la presenza televisiva sia utile per conquistare popolarità, ma non per conquistare quel consenso attivo che è necessario per sostenere una politica di trasformazione sociale. Tra i vecchi media, penso persino sia più utile la radio.

La scelta di andare all’Isola dei famosi va probabilmente considerata solo come la scelta di un personaggio di spettacolo, in funzione della sua carriera di spettacolo, in un contesto di offerta televisiva che è quello che ha descritto Vauro. Certo, è più nobile fare teatro nelle piazze. Quello che è poco serio – o completamente sbagliato – è cercare di spacciare la partecipazione ad un reality per una missione politica e la vittoria di Luxuria come una vittoria dei diritti civili, nella battaglia contro il pregiudizio.

il manifesto 26 novembre 2008

il manifesto 26 novembre 2008

Basta leggere tra le tante dichiarazioni di dissenso nei confronti di Luxuria, per il modo in cui si esprimono: l’omofobia è viva e lotta insieme a noi: il ricorso anche all’uso pubblico di espressioni quali checca, finocchio, frocio, il cui effetto, quale che ne sia la causa o il senso,  è offensivo e  sdogana un atteggiamento, una subcultura; l’ostinazione, pure in modo ostentato, nel riferirsi a lei, con definizioni declinate al maschile, come succede nelle dichiarazioni di simpatia esternate da Alessandra Mussolini e Elisabetta Gardini, già protagoniste di eclatanti conflitti con l’ex parlamentare comunista.

In verità, Vladimir – senza la A e senza la O – non si considera nè uomo, nè donna, e neanche transessuale, perchè non vuole passare da un sesso all’altro. Come dice nella sua scheda si autodefinisce transgender e ritiene più adeguato l’uso di pronomi e aggettivi femminili, nell’indicare la sua persona, presumo in funzione dell’equilibrio che ha raggiunto nella percezione di se stessa. Contraddire la percezione di sè di una persona, nella sua identità di genere, mi sembra una inutile violenza psicologica, che non ha alcuna pertinenza con il giudizio sulla sua condotta individuale.

A proposito, le ultime congratulazioni della Mussolini, mi confermano che la vittoria di Luxuria non ha un particolare significato. Un trans può essere accettato, persino premiato come fenomeno da baraccone e (prima o dopo) invece rifiutato come vicino di casa, collega di lavoro, dipendente, rappresentante del popolo, etc.